CHIOSTRO MAGGIORE DELL’ABBAZIA DI BADIA A SETTIMO
Via S. Lorenzo a Settimo, 19 – Scandicci (FI)
Sabato 12 giugno ore 21,00 – Domenica 13 giugno ore 21,00
Sabato 19 giugno ore 21,00 – Domenica 20 giugno ore 21,00
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riduzione e allestimento
a cura di SABRINA TINALLI
musiche a cura di VANNI CASSORI e LUCA MARRAS
organizzazione e luci ROBERTO BENVENUTI
con (in ordine alfabetico): MARCELLO ALLEGRINI, FRANCESCO BARILLI, FABIO BARONTI,
LUCA CARTOCCI, ANNA COLLAZZO, CHIARA MACINAI, MASSIMO MANCONI, SABRINA TINALLI
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Info e prenotazioni dalle ore 14,00 al n: 333 2284784
Biglietti: Intero 18,00 euro – Ridotto 15,00 euro
Si ringrazia la Fondazione Teatro della Toscana
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Diego Fabbri scrive “Processo a Gesù” nel 1952 ed è incredibile la sua modernità, l’uso che fa delle parole, divine ed umane. Sono talmente importanti, le parole, per noi che facciamo questo mestiere… “Sono la nostra massima fonte di magia, in grado sia di infliggere dolore, che di alleviarlo”. Siamo rimasti molto colpiti da questo testo, tanto da proporne una versione “nel nostro stile”: un allestimento asciutto e scarno, che renda importanza proprio e soprattutto alle parole. In un mondo dove sembra ci sia posto solo per i “vincenti”, quello che Fabbri ci fa
riscoprire è, al di la di ogni opinione, di ogni credo, il senso dell’essere qui, dell’esserci non da soli ma insieme al resto dell’umanità, quella che ci piace e quella che ci fa paura, forse perchè ci assomiglia molto più di quanto vorremmo. Vi lascio con alcune parole di un altro poeta che, certo meglio di me, ha raccontato degli ultimi.
“Venuto da molto lontano
a convertire bestie e gente
non si può dire non sia servito a niente
perché prese la terra per mano
vestito di sabbia e di bianco
alcuni lo dissero santo
per altri ebbe meno virtù
si faceva chiamare Gesù……
E per quelli che l’ebbero odiato
nel Getsemani pianse l’addio
come per chi lo adorò come Dio
accettando ad estremo saluto
la preghiera, l’insulto e lo sputo.
Ebbe forse un po’ troppe virtù,
ebbe un volto ed un nome: Gesù.
(da “Si chiamava Gesù” di F. De Andrè)
Sabrina Tinalli