CHIOSTRO DEL MAGLIO CASERMA REDI Firenze – Via Venezia 5
01-02-03 ottobre 2020 ore 19,30 – 20,30 – 21,30
04 ottobre 2020 ore 17,00 – 18,00 – 19,00
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PRIMA NAZIONALE
Di Caterina Baronti
Regia di Sabrina Tinalli
Costumi di Silvia Anderson
Direttore di Scena e Allestimento Roberto Benvenuti
Con (in ordine alfabetico):
Fabio Baronti, Neri Batisti, Andrea Nucci,
Sabrina Tinalli, Silvia vettori
Un particolare ringraziamento al Col. Dott. Alessandro Iaria
per la cortese disponibilità e la preziosa consulenza storica
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Info e prenotazioni dalle ore 14,00 al n: 333 2284784
Biglietti: Intero 18,00 euro – Ridotto 15,00 euro
Spettacoli per gruppi di 40 persone
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Questo ottobre la Compagnia delle Seggiole presenta “IL DOLORE DELLA GUERRA”, una passeggiata sotto l’ampio porticato della Caserma Redi sede della Scuola di Sanità Militare, perno delle vicende che si susseguono da Firenze Capitale d’Italia alla tragica esperienza della prima guerra mondiale. Uno spettacolo che evidenzia l’importanza del Chiostro del Maglio per la memoria fiorentina, un luogo che ha saputo rinnovarsi, come i medici-militari che ne hanno abitato a lungo le stanze, prima di trasferirsi in Costa San Giorgio e poi definitamente a Roma, che hanno saputo affrontare le guerre mondiali e in ultimo, l’emergenza coronavirus, con coraggio e impeccabile organizzazione portando beneficio alla popolazione in qualsiasi tempo.
Dopo la prima guerra mondiale la Scuola ha continuato a forgiare Medici e farmacisti. Altri fronti li avrebbe attesi. Africa Orientale, Albania. Grecia, Fronte Russo.
Tra questi un giovane trevisano Enrico Reginato già valente alpinista, destinato a uno dei battaglioni più prestigiosi: il Monte Cervino. Se ne andò anche in Russia e venne fatto prigioniero. Da lì in poi per dodici anni rimase nelle carceri di diverse prigioni russe. Era carcerato anche quando ufficialmente veniva negato che vi fossero prigionieri italiani e stranieri nelle carceri di quel paese. Invece tra quelle persone c’era anche lui a tentare l’impossibile per strappare al tifo gli altri carcerati, per operare le appendiciti acute con le forbicine da sarta, per dare una parola di conforto ai moribondi. “Mamma Enrico” come lo chiamavano i soldati rumeni, “Der Artz”, il dottore, come lo invocavano i soldati tedeschi. Tornò in un giorno di febbraio del 1954: fu apoteosi! Seguirà il suo cammino di ufficiale medico presso l’Ospedale Militare di Padova, il comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, ma poi tornerà nel “suo” cortile del Maglio dal 1973 al 1976 come Generale, come comandante di quella Scuola che tanti anni prima lo aveva instradato alla professione di medico con le stellette. Da questo chiostro uscirono molti altri giovani medici, odontoiatri e farmacisti che si sono alternati in Bosnia, Kossovo, Albania, Timor Est, Afghanistan, Iraq, Libia, sempre al seguito del soldato. Quando poi la Patria ha chiamato sono partiti per il Friuli, l’Irpinia. l’Umbria. l’Aquila, quando la madre terrà s’è scossa e ha sviluppato la sua potenza. Sono partiti per Haiti e per ogni dove le catastrofi naturali hanno segnato il destino delle popolazioni Li avete visti, qualche mese fa, da Lodi ad Alzano Lombardo e poi dal Piemonte alla Liguria, dalla Sicilia alla Sardegna, dalla Toscana al Lazio combattere contro un nemico invisibile ma che colpiva come un martello incessante. Si sono affiancati ai colleghi civili condividendo lacrime e sorrisi, sono stati di guida ed esempio per i
colleghi militari più giovani cresciuti all’accademia di Modena. Non c’erano differenze, tra nessuno e con nessuno perché sempre: “Fratribus ut vita servares”
Col. Dott. Alessandro Iaria