L’acqua cheta è da ritenersi il capolavoro di Augusto Novelli, senza dubbio la commedia più conosciuta e più rappresentata nei teatri di tutta l’Italia del vernacolo fiorentino. Fu messa in scena per la prima volta al Teatro Alfieri di Firenze nel gennaio del 1908 e fu replicata per 26 sere consecutive, dando il via alla rinascita del teatro dialettale fiorentino che fino ad allora era rimasto come fuoco sotto la cenere. Da allora la commedia ha avuto innumerevoli rappresentazioni, sia come lavoro in prosa, sia come operetta (l’adattamento musicale di Giuseppe Pietri è del 1920) e nel corso della sua storia sulla scena ha subito un’evoluzione che ne ha modificato notevolmente la forma, il linguaggio e la stessa gerarchia dei personaggi. Questa commedia così leggera ci appare carica di sensi diversi, ma soprattutto ci sembra averne uno su tutti: quello di rappresentare per i fiorentini – e forse anche per i non fiorentini – quella Firenze (com’era bella…) che hanno conosciuto o di cui hanno sentito raccontare, che esisteva “prima”. Prima dei turisti, prima dell’alluvione, prima della grande guerra ….in ogni caso “prima” di un qualche disastro che le ha cambiato i connotati.