Letture francescane in Santa Croce. La memoria storica e spirituale di Francesco d’Assisi, da sempre affidata principalmente alle numerose biografie che lo riguardano, è testimoniata anche da un consistente numero di scritti, di varia natura, che nel corso del XX secolo sono stati analizzati per valutare i materiali biografici e per comprendere a fondo la spiritualità del Santo. Avvicinarsi alla figura di Francesco partendo dai suoi scritti, prima ancora che dalle testimonianze di chi lo ha conosciuto, crediamo possa essere un modo diverso per capirne la portata storica e la valenza spirituale.
Il testamento di Francesco, dettato nel 1226, poco prima di morire, è considerato forse il più significativo degli scritti del Santo. Da questo testo capiamo quanto le parole fossero importanti per Francesco, parole a lungo meditate prima di essere scritte da un uomo consapevole dell’importanza che avrebbero avuto per gettare le fondamenta alla storia della comunità francescana. In apertura del Testamento Francesco esplicita il suo incontro con Dio, la sua conversione, che avviene all’età di 25 anni, tra il 1204 e il 1208. Una conversione che non si manifesta in seguito ai sogni e alle visioni raccontati dai primi biografi di Francesco e riproposti anche da Giotto di Bondone nella Basilica superiore di Assisi, dei quali Francesco non fa menzione.